Pillole culturali che viaggiano su Facebook e Instagram e che permettono di conoscere l’Amiata rimanendo a casa
“L’Amiata chiamò” non si ferma più. Si è ormai trasformata in un vero e proprio progetto di rinascita e divulgazione culturale della Montagna incantata. L’idea di Luisa Colombini, coordinatrice del Sistema Museale Amiata è stata quella di aprire le porte chiuse dei musei, delle esposizioni dei castelli e delle ville, delle biblioteche, dalle librerie. Aprirle con la magica chiave delle iniziative e delle invenzioni di un gruppo sempre più nutrito di ricercatori, di storici, di artisti, di collezionisti, di appassionati e cultori delle narrazioni amiatine.
Tutti i video sono sulla pagina Facebook del Sistema Museale
Il primo post pubblicato con l’hashtag #lamiatachiamò è uscito il 27 marzo. Da quella data fino oggi, ogni giorno, viene pubblicato un contributo video o post (foto più testo) sulla pagina Facebook e Instagram del Sistema museale Amiata.
I contributi arrivano alla coordinatrice del sistema museale che li gira all’operatore multimediale, Alessio Lanza che provvede al montaggio. I post vengono condivisi e grazie a questa operazione, che è la forza dei social, si superano ampiamente le 2000 visualizzazioni per ciascuno di essi.
I social usati per intrattenere il pubblico con storie e racconti inediti
L’Amiata chiamò è in definitiva una vera e propria “distrazione culturale” che attraverso i social intrattiene i curiosi delle storie ed i visitatori delle varie arti che vi si narrano e le quotidiane visite virtuali accrescono la conoscenza di cultura amiatina a tutto tondo. Il gruppo ha come target una platea vasta, che va da un pubblico appassionato di arti , ai collezionisti, agli amanti delle poesie e dei racconti di genere, ai cultori di teatro e di tradizioni popolari e arriva anche ai bambini attraverso il racconto di storie, leggende e fiabe dell’Amiata.
Progetti già realizzati
Ha aperto al pubblico la sua collezione di minerali, Gaetano Pedone. Ha raccontato di arte e letteratura Giombattista Corallo, hanno recitato poesia e storie d’Amiata Renzo Rossi, Roberto Magnani e Adriano Crescenzi, ed è andato in scena un intermezzo teatrale scritto da Marco Farmeschi. Alessio Gennari ha costruito una lezione sui dialetti locali. In un pugno di giorni è stato organizzato il lancio di brevi video nei quali si racconta, si recita, si narrano storie, eventi, leggende e luoghi dell’Amiata.
Le parole di chi ha lanciato il progetto
“La nostra forza sta nell’essere riusciti finalmente a fare gruppo. – dice Luisa Colombini – Per questo, dall ’Amiata chiamò potranno anche partire gli stimoli per le amministrazioni comunali o la stessa Unione dei Comuni dell’Amiata grossetana per promuovere altri progetti culturali relativi ai beni storici artistici dei paesi dell’Amiata, come campagne di scavo, progetti di ripristino e restauro di beni immobili di valore storico. – osserva l’ideatrice del progetto – . Siamo solo all’inizio di un percorso e se abbiamo aperto le porte chiuse dal Covid 19, ci chiediamo cosa potrà accadere quando le porte si riapriranno. Dovremo essere in grado di non disperdere e vanificare quanto messo insieme finora. Intanto godetevi i nostri video e scoprite insieme a noi quanto profuma di bello e misterioso la nostra Montagna”.
Per seguire L’Amiata chiamò basta un like sulla pagina Facebook di Sistema museale Amiata e seguire su Instagram “sitemamusealeamiata”. Di seguito qualche immagine catturata dai documenti già pubblicati dal progetto “L’Amiata Chiamò”.
Ecco i link ai video già realizzati CLICCA QUI PER VEDERLI