Rappresentanti della comunità sono a piedi verso il Vaticano per chiedere attenzione su spopolamento e abbandono
È iniziato sabato 31 agosto il cammino simbolico (e reale) di sette abitanti di Montegiovi, diretti a piedi verso Roma e il Vaticano. In spalla, la statua di Santa Caterina, accompagnati da due asini e dallo sguardo curioso – e spesso commosso – delle comunità che stanno incontrando lungo il percorso.
Questa sera, lunedì 1 settembre, i pellegrini faranno tappa a Castell’Azzara, dove incontreranno la cittadinanza per raccontare il loro viaggio e le motivazioni che li spingono.
Una canonica che cade, un paese che resiste
Montegiovi conta poco più di 150 abitanti. Ma la sua canonica – un tempo centro pulsante della vita comunitaria – oggi rischia di crollare. Decenni di incuria, l’assenza di risposte dalle istituzioni religiose e civili, e un senso crescente di abbandono, hanno spinto un gruppo di abitanti a prendere una decisione radicale: partire a piedi verso Roma, per consegnare al Papa e all’opinione pubblica la loro richiesta d’aiuto.
Una storia di Davide contro Golia
Il viaggio dei sette pellegrini è raccontato nel documentario “Il Nostro Miracolo”, diretto da Davide Tisato, regista originario di Montegiovi, che li accompagna passo dopo passo con la videocamera. Il progetto è una produzione Cloud Fog Haze Picture e Articolture, in collaborazione con RSI – Radiotelevisione Svizzera e con il sostegno della Toscana Film Commission.
“Montegiovi rischia di sparire. Il paese che ricordavo pieno di vita oggi è silenzioso. I giovani partono, gli anziani muoiono, e la canonica, un tempo orgoglio del paese, cade a pezzi. È diventata il simbolo dell’abbandono. Ma non vogliamo rassegnarci. Questo pellegrinaggio è la nostra ultima, tenace speranza. Forse ci vorrà davvero un miracolo.”
(Davide Tisato)
Una richiesta al Papa, una voce per tutti i paesi dimenticati
La meta è un’udienza con Papa Leone. I pellegrini vogliono portargli non solo le loro istanze, ma anche le lettere di altre piccole comunità incontrate lungo il cammino. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare sullo spopolamento delle aree interne.
















