“20 Maggio 1555 di qui passò l’ esercito imperiale”. Ecco dove si trova il famoso graffito
Oggi, grazie alla rubrica di “Seggiano Curiosa” curata dalla Fondazione Le Radici di Seggiano, andiamo a scoprire una scritta, presente nell’Oratorio di San Rocco e che ci rimandala 1550 circa e che attesta il passaggio dell’esercito di Carlo V a Seggiano. Andiamo per ordine:
In Toscana non è difficile trovare chiese con affreschi del Rinascimento. Basta fare una decina di chilometri e ne trovi di sicuro forse anche più famosi, ma non originali come all’ interno dell’ Oratorio di San Rocco a Seggiano. E’ in questo contesto che emerge un aspetto assolutamente unico e che ci racconta una pagina di storia dell’ Amiata.
Gli affreschi di Girolamo di Domenico sono stati deturpati da numerosissime scritte fatte con un utensile a punta, spesso in una strana lingua francese. Riportano date del 1551 e del 1555 ed il nome del soldato che pur mercenario, sapeva leggere e scrivere (non era comune in quel tempo) anche se non sapeva apprezzare la pittura sacra.
Padre Alessandro da Seggiano nel suo libro del 1914 (ristampato a cura del Comune e disponibile presso la sede della Fondazione) attribuisce i graffiti ad un soldato della piccola guarnigione di sette uomini, detti “celate” dalla foggia del morione di cui si coprivano il capo, scelti dalla Repubblica Senese e pagati dai seggianesi per proteggere il paese.
In particolare la scritta “20 Maggio 1555 di qui passò l’ esercito imperiale” attesta che i Seggianesi videro passare sotto i loro occhi l’ esercito di Carlo V che dopo avere occupata Siena, si mosse all’ espugnazione di Porto Ercole, ancora in mano alle milizie dello Strozzi, fedeli a Siena.
Qualcuno adombra dei dubbi sulla lingua che non sarebbe francese ma basco. Altri evidenziano che in un’ altra scritta si citano i Malaspina (dalla Lunigiana?). Certo la cosa meriterebbe un approfondimento, ma resta comunque una straordinaria testimonianza storica diretta che nel recente restauro degli affreschi, è stata conservata con cura perché preziosa quanto e forse più degli affreschi stessi.










