Difficili da raggiungere perché non sono proprio di passaggio e spesso si smarcano dalle grandi guide turistiche. Stiamo parlando di quei luoghi dove difficilmente i turisti ci partono apposta per visitarli ma che possono rappresentare una fantastica sorpresa in mezzo a un viaggio. Sono quei borghi dove il tempo sembra essersi fermato in un tempo indefinito e l’atmosfera che avvolge le strette vie e i terrazzi fioriti è quella fiabesca. La fantasia vola lontana, e ogni passo che accompagna l’esplorazione sembra suggerire di abbassare la voce e guardare in alto, in basso, a destra e a sinistra per scorgere i particolari disegnati, ad esempio, dai portoni in legno sbarrati con pesanti chiavistelli oppure dalle finestre con le tendine bianche delle casine in mattoni. La visita in questi luoghi è tutto un gioco di fantasia, qui è bello pensare a chi giocava a briscola 60 anni fa in quel bar ancora aperto (dove ci abbiamo bevuto un’ottima cedrata Tassoni) e che oggi ci regala la gioia di sedersi in sedie cordate in plastica, oppure chi gestiva quella macelleria che oggi ha la porta serrata malgrado mantenga appesa un’insegna vintage di tutto rispetto oppure chi sono quelle donne che parlano all’ombra di un profumato gelsomino. Una chiesa, una casa, magari un tabernacolo o un piatto tipico, questi borghi visivamente consumati da un tempo che ha portato via la maggior parte degli abitanti, hanno saputo mantenere intatta la loro anima, e oggi conservano nel loro grembo l’autenticità di luoghi emozionanti.
Il monte Amiata di questi borghi lontani dai circuiti turistici di massa è pieno e con Thatsamiata siamo andati a visitarli.
Bagnoli
A Bagnoli (nel comune di Arcidosso) non vai se non sei stato veramente consigliato ma quando sarà il momento di ripartire un pezzo di cuore rimarrà qui, all’ombra del Sasso della Vettoraia. Entrare a piedi in questo paesino vuol dire essere catturati dai buonissimi odori che escono dalle cucine di due ristoranti di tutto rispetto: “La Tagliola” e “L’Osteria Novecento“. La piazza centrale di “Bagnoli Basso” (perché informalmente esiste anche un Bagnoli Alto) è delimitata, da un lato dagli antichi lavatoi e dall’altro dall’antica sede del Partito Comunista, due cimeli di un tempo ormai passato. Due strade suggeriscono direzioni diverse, una porta a un percorso trekking che terminerà al Sasso della Vettoraia e un’altra invece invita a visitare le vie del borgo, ben curato dagli abitanti. Il paese è circondato da castagni secolari e andarli a visitare meriterebbe, da solo, un album fotografico. A circa un paio di chilometri di distanza è inoltre possibile visitare la cascata dell’Acqua d’Alto e i suoi 25 metri di altezza (non è aperta tutto l’anno, è consigliabile andare in estate).
Cana
Già più noto del paese di Bagnoli, Cana (nel comune di Roccalbegna) è un luogo lontano da tutto quello che è definibile turismo di massa per questo giungervi è una sorpresa degna di nota. Sorge su una collina compresa tra i torrenti Trasubbie e Trasubbino, si presenta come un tipico castello medievale il cui sviluppo ha seguito il naturale andamento del terreno attorno alla originaria Rocca. Degni di nota sono la Cisterna Medicea, il rione denominato “Borgo”, la Fattoria Fortificata “Il Castagnolo” e il “Centro Storico”. Come al solito suggeriamo di parcheggiare l’auto e iniziare a camminare, assicuratevi di avere tanta batteria nel vostro cellulare, vi occorrerà per fare molte foto.
Montelaterone
Lo si vede da Arcidosso, Seggiano, Castel del Piano, Monte Labbro e addirittura dall’Amiata ma in pochi ne conoscono il nome. Montelaterone è il luogo dove la domanda: “Ma chissà un tempo quante persone ci abitavano?” sorge spontanea perché le case (oggi perlopiù chiuse in inverno e vissute solo in estate) sono davvero tante. Qui – lo diciamo subito – perdersi è facile, un dedalo di strette vie in salita caratterizza il centro storico e può confondere il visitatore. Lo smarrimento sarà felicemente ricompensato con l’arrivo alla Roccaccia. I ruderi di quello che un tempo era il Cassero Senese dominano il borgo fin dal 1200, quando cioè Montelaterone apparteneva alla Repubblica di Siena. Oggi il paese è modello di ecosistema sociale, qui è nata una cooperativa di comunità che ha aperto un bar e un spaccio di alimentari e che tiene in vita questo paese. Dal cuore del borgo partono interessanti trekking.
Montegiovi
Nei giorni di nebbia il paese appare sospeso sul vuoto. Rispetto agli altri borghi amiatini lo si trova più facilmente perché arrivando sul monte Amiata è praticamente impossibile non notarlo. Il borgo di Montegiovi (nel comune di Castel del Piano) si erige sopra un enorme masso e per raggiungerlo occorre abbandonare la strada principale e percorrere una lingua di asfalto che conduce proprio alle porte del borgo. La visita di questo paese del monte Amiata, in un normale giorno di primavera ci proietta in un’epoca lontana, quando il ciuco era il mezzo usato dal popolo e le giornate erano scandite dalle campane della chiesa. La terrazza panoramica si affaccia sugli oliveti di Olivastra Seggianese (tipica cultivar di questa area geografica) che riempiono gli occhi di tanta bellezza. A catturare la scena qui sono i luoghi sacri, infatti nella chiesa di San Martino, tra i vari dipinti notiamo: una “Santa Caterina” seicentesca forse del Vanni e la “Madonna del Rosario” di Francesco Nasini. Suggestivo è anche l’Oratorio della Madonna degli Schiavi, all’entrata del paese, dove è conservato un affresco raffigurante la Madonna col Bambino, da qualche critico ritenuto della scuola di Simone Martini. Ma che Montegiovi abbia saputo affascinare i suoi visitatori è noto, Questo paese dell’Amiata è addirittura citato nel sonetto XL di Cecco Angiolieri.
Rocchette di Fazio
Noi ci siamo arrivati dalla strada più lunga e tortuosa, tant’è che ad un chilometro di distanza ci siamo chiesti: “ma siamo sicuri che ci si arriva?”. La fatica e le curve che si incontrano nel tragitto meritano tutto lo spettacolo e la pace che questo borgo trasmette. Arroccato su una rupe calcarea Rocchette di Fazio (nel comune di Semproniano) domina tutta la vallata del fiume Albegna ed è come incastonato nella natura più selvaggia, tra Maremma e Amiata. Oggi rappresenta un gioiello del monte Amiata di inestimabile bellezza. Una manciata di casine catturano la scena architettonica del paese rendendolo pittoresco e soprattutto in primavera e in estate, a farla da padrone sono i balconi fioriti. Un paese ricco di storia e di tradizioni e oggi a svelarle, almeno in minima parte, è la Rocca Aldobrandesca che apre un immenso “belvedere”.
Qualche nota di servizio
Questi borghi offrono anche la possibilità di poter degustare piatti tipici della cucina amiatina e toscana, tipiche osterie si possono trovare in quasi in tutti i paesi che abbiamo segnalato. Con il navigatore si trovano facilmente. I parcheggi sono spesso free. Per la visita di questi luoghi consigliamo i mesi di primavera e quelli estivi. Durante l’estate è anche possibile, se si è fortunati, imbattersi in alcune caratteristiche feste di paese.











