Dalla vasta faggeta ai parchi naturali che abbracciano il cono vulcano. Ecco 5 luoghi dove i confini sembrano non esistere
Torneremo, si ci torneremo, basta avere ancora un po’ di pazienza. Quando saranno allentate le misure restrittive prese per contenere l’emergenza Coronavirus, avremo di nuovo la possibilità di visitare i luoghi dove la natura nel corso dei millenni ha saputo creare e modellare piccoli paradisi, di sconfinata bella, dove, anche la social distancing non è appare un limite.
Dunque ancora rimaniamo ognuno nelle proprie case ma torniamo ad essere sognatori, con un filo di ottimismo in più, perché anche se a volte può sembrare surreale e fantastica, l’Amiata esiste per davvero.
1) LA FAGGETA E I SUOI SPAZI CHE SEMBRANO INFINITI
Il Monte Amiata, per le sue caratteristiche naturali è un grande museo all’aperto, un parco storico-ambientale in cui natura, arte e cultura si incontrano e si fondono felicemente. Immergersi nella vastissima faggeta e rimanere abbagliati dai mille colori del bosco è sicuramente un ottimo modo per entrare a contatto con la natura di questa montagna. È un luogo da vivere, per respirarne l’aria salubre, l’atmosfera incantata di un dialogo ininterrotto tra uomo e ambiente. A piedi, in bicicletta o a cavallo, nella fascia alta della montagna si possono effettuare trekking ed escursioni per tutti i livelli.
2) BOSCO ROCCONI: UN’OASI AI PIEDI DEL VULCANO
Per alcuni il polmone dell’Amiata, per altri un luogo da scoprire, per tutti un’oasi di pace, natura e fauna selvatica. La Riserva Naturale Bosco dei Rocconi – un’oasi Wwf ai piedi dell’antico vulcano – si estende per 130 ettari compresi tra il fiume Albegna ed il torrente Rigo, nei comuni di Roccalbegna e Semproniano. La natura aspra e selvaggia delimita il confine l’area tutelata dal wwf riflette con i suoi colori, odori e rigogliosità, il rispetto che da sempre l’uomo gli donato.

3) IL MONTE DEL CRISTO DELL’AMIATA CON CIRCA 60 ETTARI DI CASTAGNETI
Il Monte Labbro (o Labro) si trova sul versante sud-ovest del Monte Amiata. La Riserva si estende, per oltre 650 ettari, tra il torrente Zancona ed il suo affluente di sinistra fosso Onazio, a nord, e il fiume Albegna, a sud. Tutto il territorio è di media montagna, con rilievi come il monte omonimo, che raggiunge i 1190 mt. La Riserva è caratterizzata da scarsa presenza di vegetazione arborea, limitata alla zona del Torrente Onazio, con cerri, castagni, olmi, noccioli e aceri. I castagneti si trovano soprattutto sul versante settentrionale del Monte Labbro, dove occupano una superficie di circa 60 ettari. L’agricoltura è riconducibile alla pastorizia e a coltivazioni tradizionali.
4) MONTE PENNA, UN’AREA DOVE VIVONO REGNA LA FAUNA SELVATICA
Oltre mille ettari tra sentieri e natura. Ci troviamo nel territorio di Castell’Azzara, un borgo tipico di montagna situato a pochi chilometri dalla vetta del monte Amiata e sottostante la riserva naturale del monte Penna. Tra avvistamenti di animali selvatici come volpi, cinghiali, daini e scoiattoli, i boschi della Riserva scendono quasi al paese e invitano escursionisti, amanti della natura e del relax ad entrarvi dentro. Due vette, Poggio della Vecchia e Civitella, superano i mille e metri di altezza e da lassù il mondo appare senza ombra di dubbio ancora più profumato.
5) POGGIO ALL’OLMO, IL REGNO DEI RAPACI
La Riserva è situata nell’alto corso del torrente Ribusieri, affluente del fiume Orcia, e si estende attorno ai rilievi di Poggio all’Olmo (1.018 m), Poggio Materaio (939 m) e Poggio la Torretta (854 m), immediatamente a sud dell’abitato di Monticello Amiata. L’area si contraddistingue per la presenza di castagneti da frutto in ottimo stato di conservazione, all’interno dei quali si segnalano numerosi alberi secolari.