Il Sasso di Petorsola, monumento magico del Monte Amiata, è una rupe solitaria (un masso di ofiolite) dalle fogge strane, che si staglia solitario sull’alta valle della Fiora. La memoria orale parla di una roccia incantata, in origine un castello delle fate poi da loro stesse pietrificato. Petorsola era la fata (in alcune versioni la strega) più importante della zona ed abitava proprio il castello che si trovava lì dove ora è il sasso. La fata aveva una figlia (o un fi glio) che portava con sé quando veniva a cuocere il pane in un forno del paese.
Mentre le altre donne, le paesane, giungevano in ritardo (cioè non rispettavano i turni dell’infornata) e chiacchieravano tra loro, Petorsola (e le altre fate/streghe che l’accompagnavano) era sempre puntuale e restava silenziosa, tale che, agli occhi delle santafioresi risultava quasi altezzosa. Suscitò così il loro risentimento tanto che un giorno decisero di provocarla. Organizzarono perciò una macabra finzione: fecero l’atto di volerle cuocere, insieme al pane, anche la figlia. Quando Petorsola vide quel gesto, reagì violentemente e, andandosene via, disse: ‹‹Non ho mai visto cosa fare, ‘na fi glia d’una fata volella infornare…!››
Arrivata al suo Castello, livida di rabbia e di rancore, per vietare la sua vista agli abitanti del paese che avevano osato tanto, con un incanto lo trasformò in sasso. Sembra che in seguito le fate/ streghe si tramutassero in gatti per attorcigliare tutte le code e i crini dei cavalli del paese in modo indistricabile e che ogni sabato tornassero in una spaccatura della roccia a consumare i loro riti sabbatici.
Fonte: www.santafioraturismo.it
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