Un piccolo borgo che fa un buon uso della cultura
Sabato 2 settembre a Montelaterone (piccolo comune di Arcidosso) ci sarà l’ultimo appuntamento con La Luna Sul Filo, rassegna teatrale all’aperto gestita dal Teatro Schabernack/Associazione culturale Melquiades.
Si tratta di una serie di spettacoli con ingresso a offerta, in orario di aperitivo, uniti da un sottile filo rosso alla mostra che si tiene all’Ala Sinistra il cui tema è “Memorie per il futuro- Lo Sguardo e l’Ascolto”.
(visitabile nei weekend dalle 17:00 alle 19:00 oppure previa prenotazione)
“Mostra e spettacoli giocano a contrastare l’abitudine dei giorni nostri – spiegano gli organizzatori – di dare solo un’attenzione superficiale a ciò che guardiamo e a ciò che ascoltiamo, e di ripristino dell’arte come motore della socializzazione virtuosa”.
Durante gli appuntamenti precedenti della rassegna teatrale si è parlato di cose importanti, ad esempio sono stati toccati temi come il fascismo, la violenza familiare, la migrazione degli italiani, l’importanza del racconto orale e delle fiabe.
Grandi temi per narrazioni leggere, poetiche, profondamente umane con artisti provenienti dal Brasile, da Reggio Emilia, e da Bari.
In conclusione arriva una riflessione sulla grande guerra, nell’avvicinarsi del centenario della sua fine ( 1914 – 1918),una riflessione sulla grande guerra e il suo effetto devastante anche nella storie locali dei piccoli centri.
L’appuntamento è per le 18 con la presentazione del libro “Castel del Piano -La grande Guerra” dell’autore amiatino Enzo Fazzi / effigi edizioni in seguito lo spettacolo “Vittoria faceva le croci” – un racconto di guerra dedicato alle donne, di e con Angelika Georg/Teatro Schabernack: la storia di una profuga, arrivata dal confine in un paese dell’ Amiata durante la prima guerra mondiale. E’ una storia di fantasia, basata su un’ accurata ricerca storica, che evoca lo spirito, le vicissitudini, le trasformazioni, i drammi di una donna qualsiasi durante il conflitto che ha cambiato il mondo.
Perché quando gli uomini hanno fatto la guerra, alle donne è sempre spettato il compito di ricostruire.
Il pubblico è invitato a portarsi la propria sedia, a pagare, alla fine dello spettacolo, quanto è in grado di fare, e di portare con sé un regalo per l’artista, perché l’arte è lavoro, ma è sopratutto scambio, comunicazione, che può avvenire solo se entrambi i soggetti partecipano.