Da giovedì 1 a martedì 6 dicembre tante iniziative organizzate in occasione di Santa Barbara (4 dicembre), la patrona e protettrice dei minatori. Ecco il programma di tutte le manifestazioni sull’Amiata
Per anni il 4 Dicembre è stato un giorno di festa sul Monte Amiata perché si celebra Santa Barbara, la patrona e protettrice dei minatori. È infatti in questa settimana che sono stati organizzati numerosi eventi per celebrare la Santa ma anche per ricordare il passato minerario vissuto su questa montagna. Protagonisti sono cinque territori, Abbadia San Salvatore, Castell’Azzara, Piancastagnaio, Santa Fiora e Selvena, ovvero dove la tradizione mineraria è più radicata e dove sono ancora presenti testimonianze di quel passato. Per l’occasione Il Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata ha stilato un programma, ricco di iniziative che pubblichiamo in questo articolo.

VISITE E PASSEGGIATE NEI LUOGHI DI ESTRAZIONE
Oltre agli eventi in calendario, a Selvena, paese che ha avuto una lunga tradizione mineraria e dove sono ancora visibili alcune ex miniere, sono in programma, a partire da sabato 3 dicembre, trekking organizzati “Dal Castello Alla Miniera”. Si tratta di visite guidate alla scoperta di luoghi affascinanti e ricchi di storia nel territorio di Selvena e a fare da guide sono ex minatori o figli di ex minatori che hanno vissuto in prima persona l’epoca che si va raccontando.La visita patrocinata dal Parco Minerario dell’Amiata e dal comune di Castell’Azzara avrà luogo attraverso ilSentiero del Cinabro che collega Rocca Silvana, castello aldobrandesco costruito nel corso del X secolo per all’exminiera del Morone, sito minerario chiuso nel 1981 e situato a pochi passi dal paese di Selvena in una località affascinante e geograficamente panoramica della Provincia di Grosseto antropizzata fin dagli Etruschi e successivamente dai Romani.
GLI ALTRI SITI MINERARI DA VISITARE
Ad Abbadia San Salvatore è presente il Parco Museo Minerario. Visitarlo è un viaggio nella storia affascinante, talora misteriosa del mercurio e del suo minerale, il cinabro, e attraverso le vicende di popolazioni, di villaggi, di montagne che questo minerale hanno vissuto e che dalla distillazione di questo metallo hanno ricavato prosperità, sviluppo, ma anche drammi sofferenze, sacrifici. Questo Museo Minerario nasce dalla voglia di approfondire e far conoscere, una delle vicende legate allo sviluppo e all’evoluzione delle miniere di mercurio nella zona del monte Amiata. A Castell’Azzara, La storia moderna delle miniere del Cornacchino inizia nel 1872 a seguito della Relazione dell’Ing. T. Haupt. Consulente del Granduca di Toscana per lo sviluppo delle miniere in Toscana. Dopo una serie di ricerche che dettero scarsi risultati, l’industriale Swazenberg individuò i filoni più ricchi che dettero luogo allo sfruttamento moderno. È stata questa una delle più terribili miniere dell’Amiata; gallerie strettissime e ancor più stretti budelli, con il materiale che doveva essere estratto in gran parte a mano con carrette, scarso l’uso della polvere da sparo e la meccanizzazione quasi del tutto assente, di fatto tutti i lavori erano svolti con la sola forza delle braccia e molto utilizzati i bambini e le donne per entrare e scavare nei piccoli cunicoli. La storia di questa Miniera si conclude all’incirca nel 1918. La Miniera del Morone si trova a Selvena, e seppur a fasi alterne, è stata attiva fino alla seconda metà del ‘900 del secolo scorso. La caratteristica più interessante di questo sito è la possibilità di seguire l’intero ciclo di lavorazione del cinabro, dall’uscita dalla galleria, tramite carrelli trainati dal locomotore, passando per il frantumatore e per l’essiccatore per arrivare, mediante il nastro trasportatore, ai forni, dove il minerale veniva cotto ad alte temperature per estrarre il mercurio presente al suo interno. Al Morone si può vedere l’evoluzione della tecnologia di estrazione che va dai primi forni «a storte» fino ai cosiddetti Pacific. Oltre a questi è possibile osservare ancora integri, unico esempio sull’Amiata e nel mondo, i forni Cermak-Spirek. Il Siele, nel comune di Piancastagnaio e al confine con Castell’Azzara, è la prima miniera di mercurio italiana ad entrare in attività. Con la costituzione a Livorno nel 1847 dello “Stabilimento mineralogico Modigliani” inizia la storia moderna dell’industria estrattiva sulla montagna amiatina che proseguirà lungo un cammino di oltre 130 anni. Qui è possibile trovare un vero e proprio villaggio con il palazzo della direzione, i manufatti e gli impianti industriali funzionali alla estrazione, lavorazione e distillazione del cinabro, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti, una piccola scuola primaria, la cappella, lo spaccio, un’infermeria, le docce e gli altri edifici utili all’attività mineraria e alla vita delle famiglie dei tecnici che lo hanno abitato. Dell’antico sito ottocentesco rimangono oggi solo alcune significative tracce.
LE FOTO SONO DI PROPRIETÀ DEL PARCO NAZIONALE MUSEO DELLE MINIERE DEL MONTE AMIATA