Dal 9 al 21 maggio in cammino per un nuovo umanesimo un percorso di 260 chilometri tra Toscana, Umbria e Lazio. Alla fine del cammino sarà presente Simone Cristicchi
L’Amiata, che ha dato i natali a David Lazzeretti e Ernesto Balducci, ha dato il via dall’alto il “cammino per un nuovo umanesimo” lungo un percorso di 260 chilometri. tra Toscana, Umbria e Lazio, che accarezzerà la via Francigena seppur sconfinando anche in sentieri e strade tutte da scoprire. Questa prima ed esplorativa edizione parte oggi (lunedì 9 maggio) da Arcidosso, che fu sede della comunità giurisdavidica fondata da Lazzaretti sul Monte Labbro e si conclude il 21 maggio a Montorio Romano (RM), presso il rifugio eremitico dove il profeta soggiornò per 40 giorni sulla via del ritorno dall’audizione papale. Ad attenderli una festa pubblica conclusiva del cammino, con la partecipazione di musicisti locali e del cantautore Simone Cristicchi, grande conoscitore della figura di Lazzaretti e che ha raccontato anche in una famosa opera teatrale.
QUALCHE TAPPA
La partenza del cammino è stata fissata per lunedì 9 maggio in direzione Santa Fiora, per poi proseguire verso Castell’Azzara, Acquapendente, Orvieto, ecc. Le tappe sono tredici, a seconda delle difficoltà variano dai 13-14 chilometri ai 24-25, ma ci si può unire anche solo per un giorno. Un pulmino seguirà i camminatori per trasportare i bagagli ma anche chi è un po’ stanco. L’organizzazione indica le strutture dove è possibile pernottare, a cura degli stessi partecipanti. Il momento del «tutti insieme» sarà la sera, con la cena conviviale. Durante il percorso si cerca anche il rapporto con le comunità locali, abitanti e amministrazioni, associazionismo, perché vuole essere un viaggio dell’incontro, anche con i territori. Per questo gli organizzatori chiedono di portare nello zaino soprattutto voglia di ascolto e di confronto, amore per i silenzi, la lentezza, e di lasciare invece a casa muri e barriere.

LE PAROLE DELL’ORGANIZZATORE
Paolo Piacentini, uno dei promotori del cammino, riassume il senso dell’iniziativa: “Abbiamo bisogno di uscire dal disincanto, dobbiamo cercare nuove strade che ci possano condurre a riconoscerci in significati nuovi che ridanno vita al rito e al mistero magico della ciclicità della vita. Camminare è accarezzare la terra e sentirsi addosso la vita, è la riscoperta ancestrale di un rapporto con il mondo caduto nell’oblio per eccessiva mediazione della tecnica”.