Uno dei più caratteristici borghi dell’Amiata, tra chiese, opere d’arte e musei
Dominato dal castello Aldobrandesco, che è uno dei più antichi e meglio conservati di Europa, Arcidosso ha un centro storico molto affascinante e che cattura il turista già a prima vista. Avvolto da colline verdi e maestosi boschi di castagni, questo pittoresco borgo medievale si erge con grazia sulle pendici del Monte Amiata, regalando agli occhi dei visitatori uno spettacolo mozzafiato.
Visitare il paese in un giorno richiede di mantenere un ritmo serrato. Si parte da Corso Toscana e le prime ore di visita saranno dedicate ai 4 musei che ospitati nel complesso del Castello Aldobrandesco.
Dal profeta dell’Amiata all’Oriente
Il Museo di David Lazzaretti, nel quale la vicenda umana, sociale e spirituale del “Profeta dell’Amiata” viene raccontata in profondità, ospita due specifiche sezioni, una documentaria e l’altra espositiva, e grazie ai molti oggetti che gli sono appartenuti, documenti e fotografie, stendardi e disegni del Movimento Giurisdavidico da lui fondato, è un luogo che contribuisce ad alimentarne e diffonderne la memoria.
Museo delle Armi – Collezione privata – ospita una preziosa platea di armi antiche che raccontano la storia di varie culture, società, popolazioni dal Medioevo fino ai primi anni del ‘900. Sono in mostra 175 pezzi: armi da sparo e da taglio appartenenti a varie epoche e a varie culture, differenti tipologie di armi bianche e di armi da fuoco avancarica, a pietra focaia e luminello, elmi di diversa foggia e provenienza e anche un bastone animato. Un piano è dedicato al Paesaggio Medioevale dell’Amiata e della Maremma, una narrazione illustrata da un percorso archeologico-artistico in cui sono esposti reperti ferrosi, vasellame e “il più importante nucleo di castagne antiche recuperate in scavo in Toscana” provenienti dal sito di Castel Vaiolo (X secolo). Altre sezioni illustrano l’architettura e l’urbanistica dei centri storici medioevali amiatini e della Valle del Fiora, la storia dell’incastellamento i Arcidosso e dei borghi della montagna nel contesto della Contea Aldobrandesca. La visita continua al Museo di Arte e Cultura Orientale (MACO) adiacente al Castello, realizzato in collaborazione con la Comunità Dzogchen di Merigar, Comunità tibetana laica presente sul’Amiata da circa 40 anni fondata dal professor Namkhai Norbu per custodire la collezione di opere d’arte, oggetti di artigianato e di costume, importanti documenti sulla cultura himalayna attraverso installazioni multimediali, paesaggi sonori, percorsi multisensoriali.
Due luoghi da non perdere: Ga.Mu.ArteAstra e “La Casa dei Secchi e dei Triachi”
Terminata la visita al Castello e discendendo verso il paese per via Cavour si trova la “Galleria-museo arte realtà astrazione” Ga.Mu.ArteAstra, un contenitore artistico, psicologico ed emotivo per un viaggio di 12 fermate in cui il visitatore è il protagonista mettendolo in stretta connessione interiore con l’opera d’arte. Discendendo ancora verso il centro storico, oltrepassata la Torre dell’Orologio o Porta di Mezzo, si trova il Museo Etnografico “La Casa dei Secchi e dei Triachi” che raccoglie oggetti, attrezzi, immagini e didascalie della vita quotidiana e della cultura contadina della nostra montagna, dei vecchi mestieri, la casa, le
tradizioni dai primi anni dell’800 a metà ‘900.
Due chiese del XII° secolo
Sono la chiesa di San Niccolò del 1144 e la chiesa di Sant’Andrea, risalente al 1188. La prima venne edificata a navata unica, collegata alla cappella laterale destra. Nel corso del XVII secolo, l’edificio religioso fu completamente ristrutturato e, durante i lavori di ampliamento, venne incorporato il vicino oratorio di Santa Croce (fino ad allora edificio a sé stante) che divenne così la navata laterale sinistra: contemporaneamente, anche l’originaria cappella laterale destra fu trasformata nella corrispondente navata laterale. Nello stesso periodo, furono anche arricchite le decorazioni al suo interno, con l’aggiunta di due altari e di un’acquasantiera. Un ulteriore intervento di restauro è avvenuto tra il 1934 e il 1943 che le hanno conferito un aspetto di stile neoromanico. La chiesa di Sant’Andrea è ricordata fin dal 1188, fu ampliata una prima volta nel 1672, quando fu realizzato il presbiterio. Nel 1782 l’edificio fu consolidato da Leonardo Ximenes e nel 1872 la parte presbiterale, aggiunta nel XVII secolo, divenne sede della Confraternita della Misericordia.
Fuori dal centro
Sempre parlando di chiese una visita la merita Il Santuario della Madonna delle Grazie, conosciuto anche come Santuario della Madonna Incoronata. Sorta come ex voto per la fine della peste del 1348, era in origine di piccole dimensioni. Gli ampliamenti iniziarono già nel Quattrocento e proseguirono nei secoli successivi. Poi c’è un’altra chiesa, sempre alle porte del paese di Arcidosso che merita una visita, ed è la Pieve di Santa Maria in Lamula.Clicca qui per saperne di più
Una pausa gustosa
Si può prendere una pausa per degustare i piatti tipici della zona preparati dalle varie osterie del paese. l luoghi dove mangiare si sviluppano da Corso Toscana (Piazza Indipendenza) fino a dentro il Centro Storico. Le osterie preparano piatti con ingredienti di stagione.