Foto di Francesco Martini
Storie di animali fantastici e leggendarie battaglie, atmosfere che avvolgono di surreale bellezza la nostra montagna. 180mila anni fa l’Amiata era un vulcano e da quel momento non ha mai smesso di essere un luogo ricco di suggestioni ed incondizionata bellezza. La sua natura – castigatrice quando sputava lava bollente e placida quando la faggeta più vasta d’Europa ha iniziato a crescere rigogliosa – sà offrire scorsi che con un pizzico di fantasia ci riportano alle favole ascoltate da piccoli, quando i nostri genitori ce le leggevano prima di andare a dormire o nei pomeriggi di neve. Perdersi nelle fantasie più remote abbandonando, anche solo per un attimo, i confini della realtà, aiuterà a guardare i boschi amiatini, soprattutto in autunno, come luoghi fantastici dove gli infiniti tappeti di foglie rosse e le rocce avvolte da verdi muschi ci rimbalzeranno immediatamente in uno dei tanti racconti di Stephen King.
LE SCENOGRAFIE PERFETTE PER CHI AMA PASSEGGIARE IN LIBRO DI FIABE
La nebbia che avvolge i boschi amiatini, soprattutto dopo una forte pioggia autunnale, regala paesaggi mozzafiato e conduce subito i visitatori in un’ambientazione fantastica, dove anche un cavallo al pascolo regala poesia. Lo stesso vale per gli enormi massi vulcanici; qui il muschio è come un soffice manto e gli alberi spogli che disegnano la prospettiva sono i guardiani placidi del bosco. Se in lontananza vedessimo saltellare due o tre folletti non li considereremmo poi così fuori luogo.
IL DRAGO CHE VIVEVA NEI BOSCHI DI SELVA
Sia per la sua conformazione che per la sua storia e soprattutto per la capacità dei suoi abitanti di tramandare storie nei secoli, il Monte Amiata è uno scrigno di racconti dove fantasia e realtà si incontrano partorendo dei racconti fantastici e quello del Drago della Selva è un esempio.Tra le tante versioni in circolazione, che tirano in ballo anche San Giorgio, la più plausibile di questa leggenda sembrerebbe seguente: Al tempo in cui gli Sforza governavano Santa Fiora, si sparse in paese la notizia che un orribile serpente si aggirava nei boschi uccidendo bestie e uomini. Tutti ne parlavano e ogni volta che succedeva qualcosa, scoppiava un incendio o spariva un uomo o un animale, la colpa ricadeva sempre sul drago che veniva chiamato il “Cifero serpente”. Nessuno in realtà lo aveva mai visto, ma si raccontava che si fosse stabilito in quei luoghi perché scontento della signoria degli Sforza, che nel 1439, dopo il matrimonio tra Cecilia Aldobrandeschi e Bosio Sforza, erano subentrati ai conti Aldobrandeschi nel governo della città. Altri invece sostenevano che fosse d’accordo con gli stessi conti. Un giorno Guido Sforza, stanco della situazione che si era creata, annunciò che sarebbe andato a caccia del drago e che lo avrebbe ucciso. Come andarono le cose nessuno lo sa, ma con alla fine il conte lo uccise e nel luogo dello scontro fece erigere una cappella intitolata alla Vergine Maria, dove successivamente nacque il convento della Selva. Poi, per dimostrare di aver ucciso veramente il drago, mostrò a tutti il teschio della bestia che ancora oggi si conserva nel convento.
DALLA GROTTA DI MAGO MERLINO AI RIFUGI DELLE FATE
Di grotte e rifugi scavati nelle imponenti rocce vulcaniche l’Amiata è assai ricca e tra questi ce n’è uno che richiama la fantasia, la storia e la magia. Si trova in Località San Lorenzo, nel comune di Arcidosso ed una grotta che si dice sia di Mago Merlino. Secondo un’altra leggenda sembra essere stata rifugio di un nobile guerriero etrusco. Gli storici pensano che in realtà la grotta sia stata il riparo di un ribelle fiorentino in fuga dagli Spagnoli, che diceva di essere uno stregone per tenere alla larga i curiosi, dando così vita alla leggenda (fonte Wikipedia). Altre grotte sono state scoperte in località Salaiola e Montelaterone, qui i nostri anziani raccontavano che vivevano le fate. Insomma, lasciarsi catturare dal fascino del “fantastico” sull’Amiata è possibile, basta camminare per i boschi e chiudere gli occhi.
QUELL’OBIETTIVO CHE IMMORTALA LA NATURA VIVA
Chi nel corso di questi anni ha saputo dare vita alla natura dell’Amiata è Francesco Martini, fotografo amiatino, appassionato amatore che ama la saturazione e la sà dosare bene, tanto da trasformare le sue foto in diapositive scattate direttamente da pianeti fiabeschi o in set da “Strangers Things”.